Sotto Via Galbani, nella lontana periferia nordest di Roma, duecentomila anni fa, proprio nel pleistocene, scorreva un fiume frequentato dall’elephas antiquus, dal bos primigenius, dall’ippopotamo, e anche da qualche rozzo bipede implume.
Poi il tempo è passato in fretta e le ruspe contemporanee hanno ritrovato il letto di questo fiume ormai secco ma pieno di zanne, crani e ossa varie.
Niente di più normale. Il miracolo è che in questo posto preciso siano riusciti a costruire, in mezzo alle case e deviando la strada, uno dei “Piccoli musei gratuiti di Roma”. Che si chiama, dal nome della zona “Museo di Casal de’ Pazzi”: un moderno salone che copre un tratto del letto del fiume, rocce, zanne e crani compresi, con alcune teche per i molari degli elefanti, un bel set di video illustrativi e un’illuminazione intelligente.
E in più, non sappiamo se per semplice fortuna o sapiente scelta, il “Piccolo museo gratuito di Roma” è stato dotato di ciò senza cui i miracoli non valgono niente: l’elemento umano.
Un gruppo di collaboratrici, tutte donne (anche questo vorrà dire qualcosa), gentili, efficienti e preparate e una direttrice, Patrizia Gioia, così evidentemente innamorata della sua creatura che ci è venuto spontaneo chiederle se si sentiva la mamma del piccolo museo. “Dica pure la nonna!” ci ha risposto la signora, oltre che sapiente, spiritosa.
Poi abbiamo saputo che il museo riscuote un successo strepitoso fra gli alunni delle scuole vicine. Non ci meraviglia perché ne siamo rimasti incantati anche noi.
Tanto da non trovare il modo di spremere neanche la nostra abituale piccola stilla di veleno. Il Cavalier Serpente per una volta neutralizzato.
Piccolo miracolo sannitico
a Palazzo Venezia, giovedì pomeriggio. La presentazione di “Rock Samnium”, una, anzi la prima campagna di crowdfounding lanciata in Italia per uno scavo archeologico.
Che si trova a Pietrabbondante, appunto nel Sannio, dove finora è stato dissepolto un importante centro di culto federale delle popolazioni italiche, frequentatissimo fino al momento in cui ci passò sopra lo schiacciasassi livellatore di Annibale. Ma poi ricostruito e rifreq uentato.
Un grande tempio, uno minore, un magnifico teatro che sulle gradinate invece dei soliti durissimi pietroni squadrati, ha eccezionali sedili ergonomici di marmo con tanto di comode spalliere (niente ginocchia del vicino puntate fra le scapole).
La campagna va avanti da alcuni anni, organizzata da Adriano La Regina, archeologo illustre, ma soprattutto entusiasta, fondata sulla gratuita collaborazione di studenti e professori. Gratuita la collaborazione personale, d’accordo, ma per i panini, o che so, la carta igienica e altre spese essenziali, visto il disinteresse delle istituzioni, qualche euro serve. Ecco il perché di questa iniziativa di raccolta fondi.
Nobile l’iniziativa; nobilissimo l’ambiente in cui è stata presentata, l’Istituto di Archeologia e Storia dell’Arte, un ente che è lì lì per compiere il secolo d’età, nel cui salone ci hanno esposto le difficoltà dell’impresa e sottolineato le appassionate speranze di un buon esito della stessa.
E infine strabiliante la vista, quando ci hanno invitati a un piccolo rinfresco a base di squisito vino bianco e prelibatezze varie fra cui dei bombolotti dolci preparati su una ricetta rinascimentale, e ci siamo trovati affacciati alla loggia che sta sopra la chiesa di San Marco a Palazzo Venezia, e che guarda da vicino il monumento dei monumenti di Roma.
Eccolo, disprezzato da molti, ma secondo noi bellissimo nella sua collocazione, il Vittoriano.
Insomma: una bella presentazione di una bella iniziativa, in un bel posto con una bella vista e dei bei bombolotti rinascimentali. Cosa desiderare di meglio?
Non c’è che dire: una settimana all’insegna del buono e del bello. E il Cavalier Serpente, anche stavolta, a denti asciutti.
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Francesco Casaretti (domenica, 22 maggio 2016 17:48)
Ci sono cose di fronte alle quali anche il serpente più velenoso si ferma in ammirazione. E noi con lui. Grazie!
RDB (mercoledì, 25 maggio 2016 20:23)
Denti asciutti, ma non la bocca, visto il bicchiere colmo di vino che rischia il suicidio sul parapetto. Sono contenta che questa settimana il Cavaliere ha avuto la meglio, sarà anche per la prevalenza fauna femminile del museo in periferia?
Filippo Gregoretti (martedì, 28 giugno 2016 11:46)
Carissimo :) ma sai che non avendo possibilità di aprire documenti word, non ho mai letto gli allegati in .doc che arrivavano puntualmente. Invece da quando c'è il blog me lo leggo assiduamente, ed è un grande piacere. Essendo tornato per scelta a vivere a Roma da poco poi mi commuovo nel leggere le tue descrizioni di questa bellezza e magia contraddittoria e analogica. Un abbraccio e grazie.