Proprio così: la settimana è passata, ed eccoci qui: storditi per tutte le cose utili o inutili che abbiamo visto e fatto, nessuna delle quali meritevole della perfida attenzione del Cavalier
Serpente.
Ci sentiamo come questa incredibile bottega, così bulimicamente gremita di libri che c’entra, a stento, solo il proprietario (un signore che non deve avere tutte le rotelle a
posto) e gli acquisti si fanno dall’esterno.
E quindi nessuno capisce niente di quello che c’è dentro (neanche il libraio, ne siamo certi). Come nella nostra testa.
di nessuno capisce niente di quello che c’è dentro (neanche il libraio, ne siamo certi). Come nella nostra testa
Siamo molto molto arrabbiati; e chiaramente si vede da questo nostro profilo. E’ evidente che ci siamo lasciati sfuggire la situazione di mano, scontentando in questo modo noi stessi e i lettori, che, nella nostra ingenua, ma anche perversa mania di grandezza, immaginiamo spasmodicamente attaccati al loro computer ogni lunedì in attesa di essere stimolati dalle nostre esternazioni
E’ spiacevole trovarsi così a mal partito, praticamente handicappati da questa mancanza di notizie da riferire, proprio come un poveretto che si trovi privato dell’uso di una gamba e debba ricorrere a una stampella per trascinarsi faticosamente in giro, finché non capita al Santuario, e il titolare gli fa il miracolo di restituirgli l’arto sano, in cambio del quale lui lascerà come testimonianza il sussidio ortopedico.
Ci siamo stati anche noi, da storpi in cerca del prodigio, ma non è successo niente: la stampella ce la siamo riportata a casa.
…e allora che fare?
Perché una cosa è sicura: il Cav. Serpente non vuole fare la figura del macaco, sempre rispettando la suscettibilità di questa degna bestiola che ci dicono essere sull’orlo dell’estinzione e che probabilmente non gradirebbe, se lo sapesse, essere usata come termine di paragone nel giudicare l’umana scempiaggine.
(Nota per gli amici zoologi: non siamo affatto sicuri che il signore ritratto qui a sinistra sia un macaco. Speriamo che ci scuserete il più che probabile scambio di identità: ci serviva per il nostro discorsetto).
Ci rimane solo una cosa per salvare, se non la serietà dell’impresa, almeno il rapporto con gli amici lettori: prostrarci in ginocchio e invocare la loro benevolenza.
Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa…
Tanto per non lasciarvi a brancolare nel buio, le foto sono:
l. La libreria S. Agostino, di fronte all’omonima chiesa, una bottega deve non entra un foglio di più di quelli che già ci sono stipati.
2. Il monumento di Goethe a Villa Borghese (il profilo è quello di Mefistofele).
3. Il Santuario del Divino Amore, reparto storpi miracolati.
4. Una scimmia in via di estinzione, dalla mostra Photo Ark al Parco della Musica.
5. Un bassorilievo nel battistero di S. Giovanni in Laterano.
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