Tutto comincia con una perentoria lettera spedita al nostro condominio dall‘Italgas in cui si annuncia che nella fascia oraria fra le 13.30 e le 16.30 del 18 settembre 2018 il personale della
CONUS TECNOLOGY S.p.A, da loro autorizzato, effettuerà gratuitamente la sostituzione del vecchio contatore con uno nuovo, elettronico e in grado di teletrasmettere la lettura al loro centro dati.
Magnifico: siamo per l’innovazione, quindi ci prepariamo alla visita. Alle 13.30 precise (oh sorpresa per noi abituati all’approssimazione romanesca) si presentano due tecnici che ispezionano ben bene i contatori, e poi: “Dottò, a sostituzione nun se po’ fa’ perché ce stanno ancora li tubbi de piombo”, e se ne vanno.
Non essendo esperti nel ramo ci nasce una curiosità, che peraltro rimarrà insoddisfatta, sul collegamento fra tubi di piombo e sostituzione dell’apparecchio, ma soprattutto ci viene da pensare che quando una ditta manda degli operai a fare una qualche operazione, dovrebbe almeno sapere se questa operazione si può fare; e se no, perché no.
Insomma, da qualche parte ci dovrebbe essere un archivio aggiornato.
Vabbè, mettiamo la lettera nel cassetto e non ci pensiamo più.
Un paio di mesi dopo ecco nella posta un’altra lettera dell’Italgas, altrettanto perentoria e altrettanto precisa che ci da lo stesso appuntamento per la stessa operazione il giorno 26 novembre 2018, stavolta fra le ore 8.00 e le 12.00 e gli incaricati sono della AMI.CA Srl (hanno cambiato operatori: forse non erano soddisfatti di quelli di settembre scorso che si erano fatti scoraggiare dai tubi di piombo?)
Benissimo: ci buttiamo giù dal letto e ci mettiamo ad aspettare. Due tecnici arrivano verso le 11, aprono gli sportelli dei contatori, ci guardano dentro e: “Dottò, nun se po’ fa a sostituzione per via delli tubbi de piombo”, e se ne vanno. Magari la prima volta l’archivio di cui abbiamo parlato poteva anche non essere aggiornato, ma, certo, la seconda…
Lo stupore è tale che non riusciamo neanche ad arrabbiarci. L’incapacità della capitale a fare bene anche la cosa più semplice è nota, ma in questo caso ci pare che superi ogni aspettativa.
Intanto i vecchi contatori, per quanto abbiamo potuto verificare, funzionano benissimo, perciò che ce ne importa? Anche la seconda lettera finisce nello stesso cassetto.
Passano placidi altri mesi, e riceviamo una terza lettera, sempre da Italgas, in cui ci riscrivono che il 20 marzo 2019, fra le otto e l’una, il personale di A.MI.CA CAMBI (un nome abbastanza simile ma non proprio uguale a quello del 26 novembre – chissà cosa è successo nel frattempo) ripasserà per rifare la stessa operazione.
Ormai in preda al totale disinteresse per la faccenda (sarà quel che sarà: anche il più integro dei cittadini dopo un po’ si stufa) la mattina del 19 usciamo di casa per il giornale e il cappuccino al bar e, colpo di scena! troviamo su tutti i portoni della strada e dintorni questi avvisi che, specificando numero civico per numero civico, annunciano l’intervento per l’indomani.
Stavolta la situazione sembra molto più seria, quasi preoccupante perché, oltre all’orario punitivo, si minaccia anche di sospendere l’erogazione del gas in tutti gli appartamenti della zona. Consultazioni fra i vicini trepidanti: siamo gente poco pratica, quindi non ci rimane che programmare per l’indomani doccia antelucana e messa in standby di fornelletti elettrici e microonde.
Se fossimo in un racconto poliziesco, a questo punto ci sarebbe il colpo di scena e la situazione in qualche modo si ribalterebbe svelando il mistero.
E invece? Nella vita vera, che spesso è ben più misteriosa della letteratura, non succede assolutamente niente. Durante la giornata del 20 marzo non si vede nessuno, neanche per dirci che “ce staveno li tubbi de piombo e nun se poteva fa’ gnente”; il giorno dopo, uguale. Se sono andati a qualche altro indirizzo non lo abbiamo saputo. Poco alla volta il nastro adesivo si è accartocciato e i cartelli sono caduti dai portoni come le foglie d’autunno, e oggi che sono passati dieci giorni dalla data perentoria, nessuno ci ha fatto sapere niente e nessuno ne parla più.
Nel frattempo pallide ombre si aggirano per il quartiere e siedono ai tavolini dei bar in un’atmosfera di destabilizzante sfiducia nelle istituzioni, chiedendosi dove hanno sbagliato e quale futuro possano aspettarsi per i loro figli…
Scrivi commento