Hectic


Non per fare gli snob, ma ci sono parole che in inglese sono più precise che da noi; hectic, per esempio: “febbrile, frenetico, agitato”. Bene; così è stato il nostro fine settimana. Ora ci diamo una calmata e ve lo raccontiamo.

Comincia presto, GIOVEDÌ sera con un incontro al Parco della Musica: la meditazione secondo Paramahansa Yogananda (vedi foto). Da frequentatori in tempi storici del Maharishi Mahesh, quello dei Beatles, ci aspettavamo una serata piena di colori, danze, musica e magari anche qualche folklorica spippettata di erba.


Delusione: una gita aziendale con i bus numerati che aspettavano fuori dell’auditorium i fedeli per riportarli a fine serata, soddisfatti o rimborsati, in Brianza o nel Frusinate, con un rappresentante della Self-Realization Fellowship che dal palcoscenico, per tutta la durata dell’incontro, ci ha spiegato quanto è bello sentirsi rilassati e realizzati e quanto poco basta per arrivarci: dieci minuti di meditazione al giorno.

 

Beh, questo già ce lo avevano detto tanti altri; è che stasera avremmo voluto qualcosina in più.



VENERDÌ. Mostra mercato florovivaistica “La Conserva della Neve”. Una location che più belle non ce n’è: l’Orto Botanico accanto a Palazzo Corsini a Trastevere. Fra l’altro, affacciandosi al giardino di quest’ultimo si riesce a sbirciare oltre il recinto di uno scavo (chissà perché intorno alle cose interessanti ci sono sempre impenetrabili teloni che impediscono ai passanti di vedere: mica sarà un segreto militare, no?) il magnifico laboratorio di un vasaio romano scoperto e messo in luce da poco, con i forni e una sfilata di anfore pronte per la consegna.

Fra tutto l’accessoriame da giardino, presentato alla mostra nel solito misto di “amiamo la natura” e Walt Disney (composizioni di fiori finti, carriole portavasi in ferro battuto, eccetera), quello che ci ha colpiti è stata una batteria di feroci tagliaerba. In pole position c’era questa belva: roba da Formula Uno. Vrooom!

 

Delizioso il bar sistemato in una serra.



SABATO
: “Ulcera tipo pizza” (Pizza-like ulcer). E’ così che i dermatologi chiamano questa patologia. Come siamo passati dall’idillio dell’Orto Botanico a questo orrore? Presto detto.

DermArt è un’iniziativa di Massimo Papi, amico, dermatologo e artista (capita la crasi derm-art?), che organizza incontri per discutere con i colleghi e raccontare, con un certo sadismo, a noi profani le orripilanze della dermatologia tenute a bada dalle squisitezze dell’arte, buttando nell’arena tutto il suo sprezzo del pericolo e il suo senso dell’umorismo.

Gli incontri di DermArt sono naturalmente seri e professionali, però, a beneficio di chi lo sa apprezzare ci fa sempre capolino il sottile contrasto accennato nel nome: Botticelli e la sifilide, per dire.

Oggi ci hanno proiettato questa foto che presenta un campione di quel genere di ulcera citata nel titolo. Non si può negare la ributtante somiglianza con una bella pizza napoletana: cornicione alto, mozzarella abbondante, pomodoro e alici qb.

 

Eravamo riuniti in un meraviglioso edificio razionalista a Largo Ascianghi, opera dell’architetto Moretti, una volta sede della GIL, Gioventù Italiana del Littorio. Recentemente alla vecchia sigla hanno premesso uno scemissimo WE (noi) inglese, facendola diventare WE GIL. Grazie a questo provinciale omaggio alla lingua dell’impero ora il nome verrebbe da leggerlo, in anglo-fascista: “Noi, la Gioventù Italiana del Littorio”. Ha un senso tutto ciò?




Ancora SABATO e DOMENICA. Fastidiose pioggerelle e altra spolverata di eventi.

Il ventesimo compleanno del Teatro India. Aria di scampagnata: biciclette, bambini, panini; tante mosche sui tavoli e nessun ricordo di quello che, appunto vent’anni fa, era un glorioso centro di sperimentazione e denuncia. Niente contro la maternità e infanzia, intendiamoci, però, le belle battaglie di allora!?

La maratona. Un’altra! Non se ne può più.

I festeggiamenti per la breccia di Porta Pia. Bella festa, belle fanfare, bersaglieri giovani e vecchi, un po’ di retorica. Speriamo che Enrico Toti non decida di lanciare la stampella.

 

E per chiudere, abbiamo ancora una cosa da raccontarvi, che però non ci viene in mente…vediamo; fateci dare un’occhiata agli appunti…ah già, stava per sfuggirci: il 21 era la giornata mondiale dell’Alzheimer.


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