C’è la piena del Tevere, niente in confronto alle inondazioni storiche che distruggevano mezza città annegando un bel po’ di romani, ma, certo, qualche preoccupazione...
A chi, passeggiando sul Lungotevere Tor di Nona, bersaglio delle cacche espulse dei milioni di simpatici storni appollaiati sui platani, si affaccia sul fiume appare questa agghiacciante immagine di un povero pescatore bloccato dalle acque mugghianti sul pontile semiaffondato davanti a Castel Santangelo.
Apprensione per il poveretto; come mai non ci sono i pompieri a salvarlo? Poi a guardare meglio, ci si accorge che è un manichino. Visto dal muraglione l’effetto è convincente e la burla urbana la diremmo proprio ben riuscita.
A Largo Febo c’è il graziosissimo Hotel Raphael, la facciata coperta di rampicanti, e, piantata fra i sanpietrini accanto all’ingresso dell’albergo, ora chiuso per panico da pestilenza, c’è una di quelle eleganti paline che in giro per la città illustrano le bellezze del monumento e forniscono tutte le competenti (!) informazioni storico artistiche sul medesimo.
Non volendo passare per noiosi professorini ed essere costretti a dare un brutto voto al Comune di Roma (il presunto responsabile del testo) abbiamo deciso di includere fra le burle urbane di cui ci rallegriamo anche queste poche, incompetenti righe fotografate sulla palina stessa.
Il fatto è che, parlando di cupole, la chiesa di S. Maria dell’Anima la cupola non solo non ce l’ha manierista, ma non ce l’ha proprio per niente. Ecco, così la burla ci sembra meno riuscita
Scrivi commento