N° 469 - Il Senso del Tempo

Si sa, a Roma il tempo non esiste. Certo, se andiamo in cerca di vecchi orologi, quelli ci sono: tutti bellissimi e fermi. Come questo dei Filippini, che oltretutto ha un magnifico carillon di campane, anche lui pietrificato da secoli di disinteresse.

E quelli contemporanei sparsi per le strade seguono tutti la stessa linea: quella di una cauta, quasi democristiana paziente attesa, tanto si sa che, anche se fermo, il congegno un paio di volte al giorno l’ora esatta la dà.

Non solo, ma ogni sei mesi ti dice con sicurezza (che non è detto che corrisponda alla realtà) anche se l’ora è quella solare o quella legale.

 

Ma, attenzione! Non tutto è perduto. Basta attraversare il Tevere, e da quella parte sì che sono seri. Ecco l’orologio di sinistra di S. Pietro che segna un impeccabile mezzogiorno (che è l’ora in cui siamo andati in giro per la città a confrontare anche tutti gli altri orologi).

“Vedi – ci siamo detti – siamo alle solite: basta andare all’estero (che sarebbe la Città del Vaticano) e tutto funziona, altro che da noi.”

 

E invece? Butti l’occhio all’orologio di destra, sempre a S. Pietro, ed eccoci ritornati a Roma: ore 6.02 precise (a mezzogiorno). Sarebbe proprio il caso di dire: “Non c’è più religione”.

Qui finiva il nostro articoletto.

E invece no! Colpo di scena: il Cavalier Serpente ha preso, e qui lo confessa, una delle peggiori cantonate della sua carriera.

Fretta, ignoranza e voglia di scoop (che vergogna) gli hanno impedito di accorgersi che l’orologio di destra di San Pietro non era fermo, tutt’altro.

Mentre quello di sinistra segna l’ora civile convenzionale e ha due lancette, quello di destra ne ha una sola e segna l’ora canonica, quella che scandisce i momenti della preghiera durante la giornata,

Le sei del mattino a sinistra corrispondono all’Ora Prima a destra, le nove alla Terza, il mezzogiorno all’Ora Sesta, quella che ci ha tratto in inganno. Poi ci sono la Nona, i Vespri e la Compieta.

Per cui a destra la lancetta, unica, segnava giustamente le sei (l’Ora Sesta, corrispondente al convenzionale mezzogiorno) mentre noi (forse dovremmo anche fare un salto dall’oculista) ne avevamo viste due, di lancette, perfettamente sovrapposte, le quali, nella nostra affrettata e presuntuosa interpretazione segnavano sempre le sei, ma nel senso delle diciotto.

Insomma, andato per beffare, l’orgoglioso cavalier serpente (e stavolta lo scriviamo minuscolo) è tornato abbondantemente beffato e scornato.

 

Chiediamo perdono.

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