C’è un elemento che racconta meglio di tutti la storia di una strada romana: i solchi delle ruote che sono passate per secoli sulle stesse pietre lasciando le loro cicatrici.
Appia Antica. Qualche anno fa. Sole a piombo: solite cicale, solito profumo di pini e mentuccia. Verso il quarto miglio, una squadra di operai e un piccolo escavatore meccanico. Cosa fanno? Un cartello ce lo dice: “Recupero e ricollocazione in quota del basolato romano originale”. Bell’idea. Ci fermiamo a guardare i braccianti sudati, perfetti per un film neorealista italiano, solo che parlano tutti rumeno.
Forse un operaio dell’Est non è portato a sottigliezze sul significato dei solchi nel basolato, di sicuro nessun sovrintendente ha pensato a dare le opportune istruzioni, fatto sta che i basoli sono estratti dalla terra, ripuliti e ricollocati su un nuovo letto di sabbia, però così come capita. Nel tratto già lavorato le pietre ci sono tutte, ma il mancato recupero del loro ordine fa perdere completamente il racconto dei solchi che non seguono più il disegno originale. Forse non proprio criminali, ma negli-genti di sicuro. Immaginiamo il turista informato e curioso nel vedere su quei massi questi solchi puntati in ogni direzione: “Come si fa a dire che tutte le strade portano a Roma?”
Dai giornali: “Santa Bibiana ha perso un dito!” A proposito di Santa Bibiana, ci eravamo sor-presi tempo fa di trovarla fuori di casa sua, e precisamente nella grande mostra di Bernini alla Galle-ria Borghese: “…abbiamo visto per la prima volta un non finito berniniano (convinti fino a oggi che questa tecnica fosse un’esclusiva di Michelangelo), e precisamente la statua di Santa Bibiana, prove-niente dall’omonima, oscura chiesa dalle parti di Piazza Vittorio, dove stava infilata in una nicchia, quindi senza bisogno di mostrare il didietro, rimasto grezzo”.
Durante il viaggio di ritorno dev’essere successo qualcosa perché adesso la mano alzata della santa si ritrova senza un dito. Del quale, sempre secondo la stampa, non si sa chi ce l’ha, magari a pezzi, e se sarà possibile riattaccarlo. Insomma, c’è trepidazione in proposito.
Ma si può perdere un dito firmato da Bernini?
Una volta a queste eventualità ci pensavano prima: c’era una precisa procedura, una vera e pro-pria assicurazione contro i danni da viaggio.
Erano quegli antiestetici rinforzi, lasciati intatti nel marmo originale, che imbruttivano le statue ma ne proteggevano le parti delicate durante i trasporti.
Poi, una volta arrivati a destinazione, i sostegni erano eliminati e scomparivano. Diciamo che magari la responsabilità di scalpellarli senza fare danni era grossa, tanto è vero che fra le dita di questo papa ce li hanno lasciati, come in moltissime altre statue, anche del periodo romano, forse perché altri viaggi erano in previsione, o forse semplicemente per mantenere attiva l’assicurazione contro eventuali negligenze successive.
La cosa curiosa è che, anche se corpi estranei alla scultura, questi tronchetti di marmo ci sono ormai entrati nell’occhio e bisogna ammettere che non danno neanche troppo fastidio. Potere dell’abitudine. Comunque è sicuro che se Santa Bibiana avesse avuto questi antiurto non le sarebbe successo niente di brutto.
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