N° 521 - Prospettive di solitudine

Si entra in un magnifico salone dalle prospettive immense; poi, cammina cammina si arriva ai piedi di una grandiosa interminabile scalinata; poi, cammina cammina si sale a uno sterminato chiostro con al centro il vuoto dello scalone. E tutto senza incontrare un essere vivente. Questo è l’ingresso al sistema di Musei dell’EUR, che comprende il Museo Etnografico Pigorini, il Museo dell’Alto Medioevo, il Museo delle Arti e delle Tradizioni Popolari e il Museo della Civiltà Romana.

Il tutto inserito in quei mirabili esempi di sontuose proporzioni razionaliste dell’ex E42, mantenuto in perfetto ordine da un personale di squisita cortesia, con un’organizzazione espositiva inappuntabile, un contenuto di raro interesse e a un prezzo assolutamente trascurabile.

 

Raramente ci avete letto così entusiasti, senza riserve. Beh, la festa finisce qui.

Tanto per cominciare recitiamo le esequie del Museo che, se fosse ancora in vita, sarebbe il più interessante dei quattro: quello della Civiltà Romana. Oltre ai richiami alla storia dell’Urbe, offriva alla vista, in diretta e dall’alto, un documento strabiliante: il grandissimo plastico di Roma al momento del suo splendore. L’unico elemento a nostra conoscenza (e ne conosciamo, come sanno i nostri lettori) dal quale si capisse senza bisogno di spiegazioni com’era fatta la città e dov’erano i monumenti. Niente. Tutto chiuso per ipotetici restauri, da anni.

Gli altri tre sono ancora in vita, ma sospesa.

Come abbiamo già raccontato: in ambienti che sembrano, nella loro perfezione, presi da un manuale di architettura, godibili per la loro pulizia perfetta, l’illuminazione pensata bene, il materiale di forte impatto.

Abbiamo girato per le sale senza mascherina perché sapevamo di potercelo permettere, unici visitatori in tutto l’edificio, oltre a una famigliola di mamma, papà e bambino, con i quali ci si salutava a ogni incontro davanti alle bacheche.

Ora, per noi appassionati di ogni curiosità museale, il privilegio di poter visitare da soli un’intera collezione non è cosa da poco: eravamo più che soddisfatti. Ma per una istituzione pubblica dover contare per il proprio sostentamento su un’unica coppia di visitatori in una mattinata (il Cavaliere e il bambino entrambi usufruenti di ingresso gratuito) ci è sembrata una sciagura culturale.

Di chi o di cosa è la colpa? I turisti normali, è ovvio, rimangono a Piazza di Spagna o a Fontana di Trevi a farsi il loro giretto canonico e non arrivano quaggiù (e chi potrebbe dargli torto?)

Quindi, senza interventi, questa dei quattro musei è destinata a rimanere un’iniziativa locale: di quel paesello che si chiama EUR. Certo, se continua a nascondere tutto in un’ombra colpevole, come sembra voler fare, il Comune, senza pubblicità, senza iniziative promozionali, neanche scolastiche, dove si aspetta di arrivare?

 

 

P.S. Tanto per chiarire. Quella solitaria sagoma che nelle foto si vede là in fondo, contro la vetrata, non è un visitatore: è il busto bronzeo del Sig. Pigorini, fondatore del museo.

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